Il responsabile del settore giovanile della Giana Erminio Enrico Albè, alla guida del vivaio biancoazzurro da diciannove anni, tre in meno rispetto al fratello allenatore Cesare, ha concesso un’intervista al quotidiano Il Giorno, facendo chiarezza sul suo ruolo: “Seguo soprattutto Berretti, Allievi e Giovani Nazionali, cercando di capire semplicemente quello che non va. Scontrandosi in campionato con squadre come Inter, Milan ed Atalanta è un salto enorme. Hanno una mentalità decisamente diversa rispetto alla nostra. Siamo sempre stati guardati un po’ così negli anni passati, ma sapevamo di poter dire la nostra a modo nostro. Un piacere vedere la crescita della squadra, anche più di vincere. Il risultato serve, per carità, ma bisogna lavorare soprattutto nella tecnica”. Molti i ragazzi visti passare sotto i suoi occhi: “Giacomo Schicchitani era generosissimo in campo e fuori, grande annata quella del 1989. E Paolo Levati, classe 1981 che giocava con i ’79 ed ’80, un vero e proprio esempio. Quelli di oggi, Sanzeni, Romanini e Capano sono in Prima Squadra e facevano parte di un gruppo del 1996 importante: secondi di un niente dietro la Caronnese. Alle fasi finali abbiamo pareggiato a Lucca e vinto con il RapalloBogliasco, poi l’amarezza di uscire con il Pordenone giocando in dieci. Ma non siamo ancora una realtà consolidata in questa dimensione. Anzi, c’è molto da fare. Oreste Bamonte ha sempre avuto grandi ambizioni, bisogna ringraziarlo. Di presidenti come lui non ne ho mai incontrati perché non ne esistono”
Servizio a cura di Davide Villa
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